La densitometria ossea è una tecnica diagnostica che permette di valutare la densità minerale delle ossa, risultando particolarmente utile nella diagnosi e nel monitoraggio dell’osteoporosi. Questa malattia dello scheletro si caratterizza per la riduzione del contenuto minerale delle ossa e per il deterioramento della microstruttura che le caratterizza; come tale, espone i pazienti ad un importante rischio di subire fratture anche per traumi di lieve entità. In generale, tale rischio è tanto maggiore quanto minore è la massa ossea; per questo motivo la densitometria è attualmente considerata il gold-standard per la diagnosi strumentale di osteoporosi ed un importante “predittore” del rischio di frattura.
La densitometria ossea utilizza una piccolissima dose di raggi X per stabilire quanti grammi di calcio ed altri minerali sono presenti nel segmento osseo esaminato; le dosi di radiazioni sono talmente basse che anche la frequente ripetizione dell’esame non rappresenta alcun pericolo per la salute del paziente.
Fra i differenti tipi di strumentazione disponibili, la DEXA è attualmente la più utilizzata. Il tempo necessario per l’indagine è di circa 10 minuti, non è in alcun modo dolorosa e non c’è bisogno di particolari preparazioni dietetiche o farmacologiche. Al termine della procedura il paziente può quindi riprendere normalmente le comuni occupazioni. L’unica accortezza è di rimandare di qualche giorno la densitometria in caso di recente sottoposizione ad un esame scintigrafico o radiologico con mezzo di contrasto baritato (la valutazione in merito è di competenza dello specialista in medicina nucleare). Prima dell’esame, inoltre, andranno rimosse dal campo di esplorazione parti metalliche come monete, fibie, orologi, braccialetti e simili.
I segmenti scheletrici studiati dalla densitometria ossea variano in relazione alle caratteristiche del paziente; in generale viene valutato il tratto lombare della spina dorsale nelle donne più giovani (< 65 anni) e del collo del femore in quelle più anziane e/o con patologie del rachide. A volte, l’esame può essere condotto su entrambi i segmenti o a livello del radio (avambraccio).
La densitometria ossea permette di scoprire se una persona è affetta da osteoporosi e stabilirne il livello di gravità; può inoltre quantificare il rischio futuro di sviluppare la patologia ed aiuta a valutare l’efficacia delle terapie intraprese.
L’indagine densitometrica è particolarmente indicata in presenza di importanti fattori di rischio per l’osteoporosi, che si concretizzano nelle seguenti condizioni cliniche: donne di età > 65 anni e in menopausa da almeno un decennio (alcune linee guida consigliano la densitometria ossea anche agli uomini con più di 70 anni);
menopausa precoce (< 45 anni);
menopausa chirurgica (asportazione delle ovaie durante il periodo fertile);
varie cause di carenza estrogenica (ipogonadismo primario o amenorrea secondaria che dura da più di un anno);
fattori costituzionali che predispongono all’osteoporosi (donne in pre e post-menopausa con indice di massa corporea <19 Kg/m², longilinee, sedentarie con massa muscolare ridotta);
importanti carenze alimentari (inadeguata assunzione di calcio e vitamina D);
sintomi che suggeriscono la presenza di osteoporosi: diminuzione di statura superiore a 3 cm, incurvatura della colonna vertebrale o frattura causata da un lieve incidente;
recente o futura sottoposizione a prolungati trattamenti con cortisonici a dosi elevate o di altri farmaci osteopenizzanti (ad esempio antiepilettici, metotrexate, terapie immunosoppressive dopo trapianto d’organo);
precedenti fratture non dovute a traumi di rilievo;
malattie che favoriscono la demineralizzazione ossea (ipercortisolismo – sindrome di Cushing, ipertiroidismo, insufficienza renale, iperparatiroidismo);
familiarità fortemente positiva per osteoporosi;
più di 20 sigarette al giorno, abuso di alcool.
In presenza di uno o più di questi fattori di rischio è importante rivolgersi al proprio medico per valutare l’opportunità di sottoporsi o meno ad una densitometria ossea.
I risultati dell’esame
Densitometria ossea
La diagnosi di osteoporosi si basa sul raffronto del risultato densitometrico con
quello medio di soggetti adulti sani dello stesso sesso e di età pari a 25-30 anni (quindi esaminati nel momento in cui raggiungono il picco di massa ossea – T-score);
e /o quello medio di soggetti di pari età e sesso (Z-score).